I primi benefici arrivano già dopo 20 minuti; quelli avvertibili, dopo 48 ore. Dalla capacità polmonare ai ritrovati sapori, passando per tosse, sintomi da astinenza e benefici a lungo termine: le conseguenze della migliore decisione che possiate prendere.
Sono centinaia le sostanze tossiche, decine delle quali anche cancerogene, rilasciate quando accendiamo una sigaretta (qui le 10 più pericolose). Che il fumo sia una delle prime cause evitabili di morte prematura è noto da tempo, così come gli effetti di questa abitudine sulla salute. Ma che cosa accade quando si smette di fumare? Se state pensando di smettere e vi serve un incoraggiamento, seguite con noi gli effetti a catena della decisione di “uscirne”. Ora dopo ora
NEI PRIMI 20 MINUTI: LA PRESSIONE TORNA NORMALE (E PIEDI E MANI SI RISCALDANO). Pressione sanguigna e battito cardiaco ritornano a livelli e frequenze normali. Questo avviene perché la nicotina stimola il rilascio di epinefrina (o adrenalina) e norepinefrina, due neurotrasmettitori che fanno aumentare il battito cardiaco e restringono i vasi sanguigni. Proprio per la minore funzionalità dei vasi sanguigni i fumatori tendono ad avere sempre mani e piedi freddi: ma a 8 ore dall’ultima sigaretta accesa, questo primo sintomo dovrebbe ormai essere passato.
DOPO 2 ORE: INIZIA L’ASTINENZA. È questo il lasso di tempo in cui iniziano a farsi sentire i sintomi da astinenza da nicotina: umore nero, senso di stordimento, tensione, difficoltà a dormire. Questo avviene perché la nicotina di cui si sta iniziando a fare a meno favorisce il rilascio di ormoni del benessere come serotonina e dopamina (lo stesso meccanismo che contribuisce a creare la dipendenza da sigarette).
DOPO 8 ORE: IL SANGUE INIZIA A RIPULIRSI. Il sangue dell’ormai ex fumatore inizia a liberarsi dal monossido di carbonio, un gas inodore e incolore che si forma nei processi di combustione ed è tipico del fumo di sigaretta. Questo gas ha una capacità di legarsi all’emoglobina, una proteina presente all’interno dei globuli rossi, molto superiore a quella dell’ossigeno. La concentrazione di monossido di carbonio nel sangue limita pertanto la capacità di assorbimento dell’ossigeno. Tuttavia nei fumatori di lungo corso, il monossido di carbonio fa aumentare le dimensioni dei globuli rossi, rendendo il sangue più denso e aumentando le probabilità di rischiosi coaguli.
DOPO 24 ORE: SI INIZIA A TOSSIRE. È una reazione fisiologica dell’organismo che tenta di liberarsi dalle tossine ancora presenti nelle vie respiratorie. Inoltre, anche se è passato solo un giorno dall’ultima sigaretta, a questo punto inizia a calare anche il rischio di sviluppare malattie coronariche, cioè a carico delle arterie coronarie che trasportano il sangue verso il cuore.
DOPO 48 ORE: LA NICOTINA INIZIA A SPARIRE. La nicotina e i suoi dannosi sottoprodotti iniziano ad essere definitivamente eliminati dall’organismo. Le terminazioni nervose alterate – da queste sostanze – perché i loro recettori sono sensibili alla nicotina – iniziano a ricostituirsi e ripararsi.
DOPO 48 ORE: RIPRENDIAMO A SENTIRE I SAPORI. Le papille gustative di chi fuma, solitamente più appiattite, in minor numero e meno sensibili di quelle dei non fumatori, ricominciano a guadagnare sensibilità. Il cibo sembra finalmente più saporito, anche se nei fumatori cronici parte di questi danni potrebbe risultare irreversibile
DOPO 72 ORE: INIZIA IL MOMENTO PIÙ DURO (PER LA VOLONTÀ). È il momento più difficile dell’astinenza da nicotina, con mal di testa, nausea, tremori, crampi, sintomi ansiosi e depressivi (gli stessi sintomi colpiscono anche chi prova a fare a meno di altre sostanze che causano dipendenza, come la caffeina). La buona notizia? Se superato, la strada è in discesa
DOPO UN MESE: DIMINUISCE IL RISCHIO DI DIABETE. Il rischio di sviluppare diabete di tipo 1, alcuni tipi di cancro e malattie cardiovascolari è già sceso. Per quanto riguarda il diabete, il motivo è semplice: la nicotina sembra interferire con la funzionalità dell’insulina (rendendone per esempio difficile la regolazione per i diabetici che fumano). Smettere di fumare aiuta a riprendere il controllo dei livelli di glucosio nel sangue.
DOPO 3-9 MESI: I POLMONI INIZIANO A “RIPULIRSI”. Le ciglia che tappezzano le vie respiratorie, e che vibrando trasportano detriti e impurità verso l’alto, iniziano a riformarsi, dopo che la nicotina ne aveva ridotto la funzionalità, aumentando il ristagno di muco e l’insorgenza di infezioni respiratorie. La tosse cessa definitivamente, mentre aumenta la capacità respiratoria.
DOPO UN ANNO: IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE È GIÀ DIMEZZATO. Il rischio di sviluppare malattie cardiache a causa di ateromi, le placche di grasso, proteine e tessuto che ostruiscono le pareti delle arterie, diminuisce della metà
DOPO 10 ANNI: IL RISCHIO DI TUMORE AI POLMONI SI DIMEZZA. Il rischio di sviluppare tumore ai polmoni si dimezza rispetto a quello che corre chi non ha smesso di fumare
DOPO 15 ANNI: ANCHE IL RISCHIO DI INFARTO NON C’È PIÙ. Il rischio di infarto diviene pari a quello corso da chi non ha mai fumato (a parità di stile di vita).
Naturalmente la lista dei benefici non è assoluta e va declinata da persona a persona. Alcuni danni ai polmoni possono risultare permanenti, e le conseguenze del fumo dipendono anche da quanto a lungo si è fumato e dal numero di sigarette consumate al giorno. In ogni caso, anche se smettere è faticoso, come si vede ne vale la pena. (fonte)