La globalizzazione spiegata dall’economista politico di Harvard Alberto Alesina e il fenomeno della grande convergenza con il suo collega di Ginevra Richard Baldwin. L’intelligenza artificiale secondo uno dei suoi padri fondatori, lo scienziato e filosofo tedesco Jurgen Schmidhuber, e la ‘questione meridionale’, in apertura, con il ministro per il Sud Barbara Lezzi. Dopo il successo dei 6 mila visitatori dell’edizione numero zero, torna, dal 9 all’11 novembre all’Auditorium Parco della musica di Roma, Economia come, sottotitolo L’impresa di crescere, primo festival della capitale con l’ambizione di raccontare a tutti (e non solo agli esperti) un tema forse ancora ostico per molti, ma ormai ‘quotidiano’ come, appunto, l’economia.
“Lo abbiamo pensato come un regalo alla comunità, per offrire una più chiara lettura degli scenari attuali”, racconta Aurelio Regina, presidente di Fondazione Musica per Roma che insieme alla Camera di Commercio della capitale produce la rassegna, promossa da Invitalia con la consulenza editoriale di Laterza Agorà. “Roma aveva bisogno di un festival legato alla contemporaneità – dice – e mai con in questi giorni l’economia è al centro del dibattito tra la preparazione della legge di bilancio, il documento più importante del paese, e lo spread entrato nella vita quotidiana e nei nostri risparmi. Abbiamo lasciato lo stesso sottotitolo dello scorso anno, perché crescere è la nostra unica possibilità di sopravvivenza, l’unica medicina a una malattia come il nostro altissimo debito pubblico”.
Forti del “+3% di spettatori da gennaio a settembre e del + 13% di incassi”, come ricorda l’ad di Musica per Roma, Jose R. Dosal, l’Auditorium conterà oltre 30 appuntamenti gratuiti, tra Dialoghi, Frontiere, Visioni, Storie, Grandi Interviste e Focus, con anche Carlo Cottarelli, Colin Crouch, Lucrezia Reichlin, lo storyteller Federico Buffa e il Presidente dell’Observatoire Francais des conjonctures Economiques Jean-Paul Fitoussi. “Si parlerà di manovra, immigrazione, moneta unica, reddito di cittadinanza – prosegue Regina – E di mercati internazionali, perché pensare di isolare il nostro paese, quando non abbiamo materie prime e contiamo un export di 550 miliardi l’anno, è utopico e irreale”. “E’ notizia di oggi che per la prima volta negli ultimi tre anni il Pil ha smesso di crescere – aggiunge Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia – Parole come Spread tornano nella vita dei cittadini e non basta un tweet o un talk show urlato per capirne il significato. Noi offriamo tre giorni di approfondimento, pacati, per portarsi a casa qualche consapevolezza e conoscenza in più. Dobbiamo recuperare la traiettoria della crescita e dello sviluppo, non solo tamponare il debito”.
Anteprima del festival, l’8 novembre alla Camera di Commercio di Roma su L’economia di Papa Francesco, perché quella della Chiesa, spiega il presidente delle imprese romane, Lorenzo Tagliavanti, “è la più antica istituzione globalizzata creata dall’uomo. Roma – dice – non è una città industriale. Il paradosso è che ci sono 498 mila imprese, molte più di Milano, cresciute al ritmo di un +1,2% l’anno contro lo 0,2% nazionale, ma le dimensioni sono sempre più piccole. Gli imprenditori iniziano ad avere il dubbio che questa volta potrebbero non farcela. Ecco, mi piacerebbe che al Festival partecipassero soprattutto studenti e imprenditori”.