“L’acqua e la luna” è il primo appuntamento del Centenario dell’Acqua Pubblica Ad aprire i festeggiamenti, l’evento teatrale commemorativo della costruzione del più grande acquedotto del mondo, interpretato da Anna Galiena Bari, 16 ottobre 2019 – Anche stanotte ci sono le stelle. In questa nostra ultima notte. Luminosissime, altissime, irraggiungibili nella loro insindacabile bellezza. Puntate, come divini lampioni, sul nostro ponte. Sublime e austero. Cos’altro potrei aggiungere ora, se non che Ciccì, con le sue giovani mani, aveva incredibilmente partecipato alla costruzione del più grande acquedotto del mondo. Sono le parole scritte, nei primi anni del novecento, su un quadernetto, da un geometra di origini liguri, durante i lavori di costruzione del ponte canale Bradano, che avrebbe di lì a poco consentito di portare l’acqua dalla vicina Basilicata alla Puglia. Uno scrigno che racchiude, come a volerle suggellare per l’eternità, le emozioni di chi con fatica e dedizione ha condiviso la polvere e le pietre per dare vita al più grande Acquedotto del mondo. “L’acqua e la Luna” è il titolo dello spettacolo tratto dal romanzo “Quel ponte unì l’Italia” di Vito Palumbo (Adda Editore – 2017), con cui partiranno i festeggiamenti in onore dei Cento anni dell’Acqua Pubblica. Lo spettacolo teatrale, scritto e diretto da Giovanni De Feudis, andrà in scena venerdì 18 ottobre alle ore 19:30 al Teatro Anche Cinema di Bari con la partecipazione straordinaria di Anna Galiena e con Edoardo Siravo e Danilo Turnaturi. Accompagnamento musicale del duo Maurizio Zaccaria (Pianoforte) e Leonardo Grittani (flauto). Il Presidente di Acquedotto Pugliese, Simeone di Cagno Abbrescia commenta con queste parole l’avvio delle celebrazioni del centenario dell’Acqua Pubblica, che si fregiano della Medaglia dedicata del Presidente della Repubblica. “‘Lasciando Venosa non possiamo fare a meno di fermarci a guardare una vecchia opera romana … un acquedotto …’. Sono passati 85 anni da queste parole di Giuseppe Ungaretti, inviato dalla Gazzetta del Popolo nel Mezzogiorno per un reportage sull’Acquedotto Pugliese nel quale annota che quella visione lo prepara a capire ‘un’opera colossale come l’Acquedotto Pugliese’. All’epoca l’idraulica si fondava ancora in massima parte sulla forza di gravità, proprio come al tempo dei romani, celebri costruttori di acquedotti in tutto il bacino del Mediterraneo, non solo a Roma ma in tutto l’impero, dall’Occitania alla Castiglia. All’incirca con quella tecnologia avevano preso l’avvio i primi progetti di Camillo Rosalba alla fine dell’Ottocento. La storia dell’Acquedotto Pugliese ha avuto, a tratti, caratteri quasi leggendari, una vera e propria epopea di riscatto sociale, di emancipazione civile, di crescita economica”.
“Se dopo un secolo – prosegue il Presidente – siamo ancora qui per fare arrivare l’Elementum Vitae, come ha voluto incidere Duilio Cambellotti su una delle facciate della nostra sede, ovunque e quindi, dopo l’uso, restituirla alla sua condizione di natura, il punto è qualitativo. Un punto qualitativo perché da questo assetto istituzionale e proprietario pubblico si è generata qualità del prodotto, qualità del processo e del ciclo produttivo, qualità nella costante azione di ricerca e sviluppo per essere all’altezza della domanda dei cittadini che sono, al tempo stesso, clienti e proprietari. Noi oggi celebriamo il centenario di un assetto istituzionale pubblico, della proprietà pubblica del più eminente e indispensabile dei servizi pubblici. L’Acquedotto Pugliese è la dimostrazione che si può essere grande azienda, investire, produrre, investire ancora e ancora produrre in un assetto proprietario pubblico e farlo incessantemente da cento anni”. E quello che oggi appare di assoluta normalità non lo fu agli occhi di Ungaretti 85 anni fa: “Ed ecco che negli abitati ora è arrivata l’acqua e la fognatura. L’acqua e l’avvenire. Ed ecco che antiche città hanno ritrovato una furia di sviluppo così lieta come se ora appena fossero state fondate …”. La storia di Acquedotto Pugliese è la storia di tutti noi. Cento anni fa (il 19 ottobre del 1919), l’Acquedotto Pugliese, istituito nel 1902 con legge del Regno d’Italia e attribuito in concessione alla Ercole Antico, Società Anonima, di Genova, viene trasformato in Ente pubblico. L’opera ciclopica realizzata, al tempo della sua costruzione la più grande opera d’ingegneria idraulica al mondo, mantiene intatta ancora oggi quella valida risposta data alle esigenze di prima necessità delle genti pugliesi, rassegnate ad una vita fatta di stenti e funestata da ogni ciclica epidemia. Inaspettata, vi fu la svolta. L’acqua che abbondante scorreva verso il Tirreno, da Caposele fu dirottata nel foggiano, per arrivare a Bari nel 1915. Modalità e tempi epici, con soluzioni e risultati sorprendenti, arditi, capaci di superare tutti gli ostacoli logistici che il percorso obbligava a superare. Le difficoltà economiche della società genovese che realizzò l’inizio dell’opera, nel 1919, indussero a chiedere l’intervento dello Stato che la rese pubblica. Fu costituito l’EAAP e dichiarato di fatto l’acqua “bene pubblico”, ampliando le competenze gestionali anche alle acque reflue. Due Grandi Guerre e soprattutto il Terremoto del 23 novembre 1980 hanno insidiato quest’opera ciclopica mettendo a dura prova la tenuta della struttura stessa. Un’impresa che coinvolse tecnici e maestranze in un impegno senza limiti, con una generosità che garantì la continuità del servizio alla Puglia. Il ciclo integrato dell’acqua consente ad un territorio popolato da oltre quattro milioni di clienti, di poter disporre di un servizio di qualità dato da 184 depuratori che fanno registrare agli oltre 800 km di costa il brillante successo di 13 Bandiere Blu. Una regione che ogni anno vive, anche in maniera destagionalizzata, la presenza di oltre quattro milioni di turisti, ha nei 32.000 km di condotte e nei 452.000 controlli sulle acque, il suo punto di forza che la rende competitiva fra le aziende preposte alla gestione dell’acqua, dalle sorgenti fino al suo riuso. La Puglia è sempre più conosciuta per l’educazione allo sviluppo sostenibile che attua con determinazione per il rispetto dei criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. AQP in questa direzione, grazie alla professionalità dei suoi tecnici e della struttura organizzativa che si è data sul territorio, svolge un servizio sempre più strategico e raffinato. La ricorrenza del Centenario dell’acqua pubblica rafforza la volontà di proseguire nel cammino intrapreso. Venerdì 18 ottobre, ore 19:30 Teatro Anche Cinema Corso Italia 112, Bari L’acqua e la luna Uno spettacolo scritto e diretto da Giovanni De Feudis tratto dal romanzo “Quel ponte unì l’Italia” di Vito Palumbo con Anna Galiena Edoardo Siravo Danilo Turnaturi e con Maurizio Zaccaria (Pianoforte) Leonardo Grittani (flauto) Presenta Attilio Romita Il prossimo appuntamento delle celebrazioni: 4 dicembre 2019, ore 18:00, Palazzo dell’Acqua Presentazione iniziativa editoriale “Acqua madre della vita” Tre pubblicazioni a cura del Consiglio regionale e di AQP: “Il Palazzo nell’architettura italiana del ‘900”, Mario Adda Editore, 2019 (a cura di Emanuela Angiuli, Gian Paolo Consoli, Fabio Mangone); “Giuseppe Ungaretti. Alle fonti del Sele” Mario Adda Editore, 2019 (a cura di Emanuela Angiuli) e “Palazzo dell’Acquedotto Pugliese. L’archivio dei disegni di Cesare Brunetti”, Mario Adda Editore, 2019 (a cura di Emanuela Angiuli, Giuseppe Carlone, Antonio Labalestra). All’evento intervengono il Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Mario Loizzo, e il critico d’arte televisivo Philippe Daverio, con alcuni autori.