Entrambi non amano i cambi di tono e questa è stata l’unica difficoltà da superare. Lo dice Massimiliano Pani, figlio e produttore di Mina (”è l’unico mandato che mi hanno dato…”) e lo conferma Ivano Fossati. Il 22 novembre, dopo 2 anni di lavoro, esce Mina Fossati un disco di cui i due protagonisti della musica italiana, da tempo, per scelta, lontani dalla ribalta, avevano parlato per la prima volta nel 1996. “Poi qualcosa nell’ambito delle case discografiche non andò per il verso giusto – ha raccontato Ivano Fossati – Quando un paio di anni fa ho scoperto che Mina ancora pensava a questa idea confesso che mi ha spiazzato un po’, ho avuto qualche esitazione, poi sono tornato a casa, ho raccontato la cosa a mia moglie e lei mi ha risposto ‘se dici no a Mina chiedo il divorzio’: ma è stata una eccezione, lavorare con lei è una gioia che non mi sarei mai negato, nessun musicista sano di mente direbbe no a Mina”. Fossati aveva deciso di ‘staccare da quella routine’ che lo aveva coinvolto per 42 anni, 8 anni fa (‘disco , tournée intervista, e poi di nuovo da capo’) e, ha ribadito, non cambierà idea. Undici inediti, prodotto da Massimiliano Pani per Pdu e Il Volatore e distribuito da Legacy-Sony Music, Mina Fossati è stato presentato in anteprima alla stampa (e fatto ascoltare attraverso le cuffie) ieri sera nella Sala Puccini del Conservatorio Giuseppe Verdi, nell’ambito della Milano Music Week 2019. “Lavorare con quelli veramente bravi è più facile perché non hanno frenesie artistiche, fragilità, debolezze, sanno quello che sanno fare e lo fanno al meglio – ha detto Massimiliano Pani -, loro due poi cantano in maniera simile e per entrambi conta l’emozione, non la performance tecnica, vogliono arrivare a dare un cazzotto nella pancia”. “Ivano era un po’ titubante all’inizio, poi ha cominciato a mandare pezzi e ogni volta arrivava una sorpresa – ha aggiunto Pani – Ha avuto una vena compositiva straordinaria, non credo ci sia nessuno che scriva così, è un gigante”. A proposito della madre ha confessato invece di continuare a stupirsi ed emozionarsi ogni volta che lavora con lei. “La sua forza è nel capire cosa serve al pezzo -ha detto- arriva in sala che già sa cosa deve fare”. “Questo non è un disco celebrativo, non è un monumento ai caduti – ha aggiunto – ma credo che in questo momento non c’e’ nulla del genere così in giro, può piacere o non piacere, ma è un disco che fa da riferimento”. Un disco tra blues-rock e ballad dirette e toccanti, con le voci dei due interpreti accompagnate da pianoforte e orchestra d’archi, ma anche ripercussioni latine. “Bisogna forse avere una idea diversa di quello che è Mina – ha spiegato Fossati passeggiando sul palco del Conservatorio in una sala strapiena – pensiamo che lei sia una grandissima cantante e invece è una grandissima musicista, dietro ad ogni parola che canta, a ogni nota c’e’ un pensiero, il suo pensiero che si fa suono, lei poi non ascolta la musica la scannerizza”. “Quando ho cominciato a scrivere per lei ho visto che le idee fluivano – ha aggiunto- Ci conosciamo da anni e so che le sue scelte a volte sono spiazzanti, ma lei è sempre un chilometro avanti o di lato”. Un’artista appassionata e che vuole vivere nel presente guardando al futuro: “Con lei non si deve accennare all’argomento passato – ha aggiunto – Se si parla di passato, si rischia di vederla chiudersi, se invece si parla di progetti, del domani si trasforma in una valanga di idee”. Sull’importanza di concentrarsi sul qui e nel presente parla il disco, raccontando di sentimenti, e di amore. “Chissà perché mi considerano un esperto in materia e invece non ci ho mai capito nulla – scherza Fossati- Di sicuro le donne le ho sempre ascoltate, tutte”. (ANSA)