Soltanto il mese prossimo si avrà il numero ufficiale, ma le indiscrezioni parlano, ad esempio, di non più di 6mila assunzioni in Lombardia su 20mila autorizzate e di percentuali simili in Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e altre regioni del Nord. Nella metà settentrionale dell’Italia mancano professori delle materie tecnico-scientifiche e di lingue stranieri, soprattutto d’inglese. E non va meglio nemmeno al Sud.
Le stesse indiscrezioni dicono che i precari a settembre saranno 200mila su un organico complessivo di 800mila insegnanti. Tra quelli di sostegno c’è una voragine: oltre l’80% delle cattedre è vuoto oppure occupato da personale non qualificato.
Il problema è che quest’anno i concorsi che dovrebbero garantire la metà delle assunzioni sono slittati all’autunno. Il che significa che il nuovo personale deve arrivare dal serbatoio a cui si attinge per l’altra metà, ovvero le graduatorie a esaurimento in cui sono inseriti i precari abilitati. Graduatorie, però, in esaurimento. L’assurdità, quindi, è che il posto c’è ma non la persona che lo può occupare.