Pubblicato il decreto del ministero del Lavoro con uno sgravio per rilanciare l’occupazione femminile. I settori e le professioni con maggiore disparità.
Il ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto che contiene i nuovi incentivi all’occupazione femminile, con una serie di agevolazioni per le imprese che assumeranno nel 2021 delle donne a tempo indeterminato. L’obiettivo è colmare il gap esistente nei settori e nelle professioni in cui si registra la maggiore disparità di genere.
L’incentivo, valido anche per i contratti part-time o di somministrazione, consiste nello sgravio del 50% dei contributi che il datore deve pagare per ogni nuova assunzione per un periodo pari a:
- 18 mesi per i contratti a tempo indeterminato;
- 12 mesi per i contratti a termine;
- 18 mesi complessivi per la trasformazione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato entro i 12 mesi previsti per fruire del beneficio precedente.
Tuttavia, la stessa ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha annunciato l’intenzione di introdurre nella prossima legge di Bilancio la decontribuzione al 100% per tre anni, per agevolare l’assunzione di donne disoccupate. Nel frattempo, il decreto prevede l’applicazione dello sgravio per l’assunzione di:
- uomini o donne over 50 disoccupati da più di 12 mesi;
- donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate e senza un lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
- donne di qualsiasi età appartenenti ad una professione o a un settore che registrano forte disparità occupazionale e di genere e senza un lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
- donne di qualsiasi età e residenti in qualsiasi zona del territorio nazionale senza lavoro regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
I settori in cui spetterà l’incentivo nel 2021 sono:
- il settore agricolo;
- il settore dei servizi: trasporto e magazzinaggio, informazione e comunicazione, servizi generali della Pubblica amministrazione;
- il settore dell’industria: costruzioni, attività estrattiva, acqua e gestione rifiuti, industria energetica, manifattura.
Infine, le professioni individuate nel decreto ministeriale con un tasso di disparità superiore al 25% nel 2019 sono:
- sergenti, sovraintendenti e marescialli delle forze armate;
- conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche;
- artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- truppa delle forze armate;
- ufficiali delle forze armate;
- conduttori di impianti industriali;
- professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione;
- agricoltori e operai specializzati dell’agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia;
- imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende;
- ingegneri, architetti e professioni assimilate;
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni;
- imprenditori e responsabili di piccole aziende;
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali;
- operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- artigiani ed operai specializzati della meccanica di precisione, dell’artigianato artistico, della stampa ed assimilati;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell’abbigliamento, delle pelli, del cuoio e dell’industria dello spettacolo;
- professioni non qualificate nel commercio e nei servizi;
- membri dei corpi legislativi e di governo, dirigenti ed equiparati dell’amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale.