Sono state avviate a Matera le operazioni per lo studio e la valorizzazione di Giuliana, “il fossile di balenottera più grande al mondo”.
Ritrovato nel 2006 sulle sponde della diga di San Giuliano, a pochi chilometri dalla Città dei Sassi, “il fossile di Giuliana – è spiegato in un comunicato diffuso dal Museo nazionale di Matera – è stato oggetto di un complesso e lungo intervento di recupero, reso difficile e lento anche dall’innalzamento del livello delle acque nel bacino artificiale.
L’ultimo frammento del fossile è stato recuperato nel 2013: da allora i resti della balenottera sono stati posti in casse in attesa del restauro e della contestuale musealizzazione e conservati nei giardini del Museo archeologico Ridola”.
A sbloccare il percorso “per assicurare un nuovo destino al reperto una cabina di regia complessa, coordinata dall’architetto Annamaria Mauro, direttrice del Museo nazionale di Matera, insieme con l’architetto Francesco Canestrini, soprintendente della Sabap (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata); Giorgio Sobrà, direttore dell’Istituto centrale per il restauro di Matera; Giovanni Bianucci, paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, e Domenico Bennardi, sindaco di Matera”.