L’incredibile storia vera di Caravaggio, il suo sogno di diventare pittore fin da bambino, la sua irrequietezza e passione smodata, le sfide continue. La lunga fuga dopo aver commesso un omicidio durante una rissa, il mistero della sua morte, i suoi meravigliosi quadri che continuano a parlarci.
Costantino D’Orazio nel suo primo libro per ragazzi, che esce il 25 maggio per Il Battello a Vapore Piemme, ci racconta il ‘Mistero Caravaggio’ trovando un equilibrio perfetto tra il rispetto dei fatti storici e una narrazione piena d’avventura come è poi la vita di ogni grande artista.
“Non ho studiato un linguaggio, ma cercato un linguaggio per poter appassionare. E’ stato un esperimento. Possibile che non si possa tentare di raccontare l’arte come un’avventura? In fondo la vita dei grandi artisti è sempre un’avventura, ha già una sua drammaturgia” dice all’ANSA D’Orazio, storico dell’arte, scrittore, divulgatore, che dedica ‘Mistero Caravaggio’ alla figlia Allegra di 11 anni. Il romanzo storico esce a 450 anni dalla nascita dell’artista, il 29 settembre 1571.
“Non capisco molto quelle operazioni di fiction in cui si inventano tante cose in più sulla storia di un artista, come è stato fatto recentemente con Leonardo dove hanno creato dei personaggi inesistenti e delle cose che non sono mai accadute, per rendere la storia, a loro parere, più appassionante. Credo il contrario, che raccontare l’arte rispettando tutti i fatti storici ti permetta di narrare delle grandi avventure. Ai ragazzi dell’età di mia figlia, 10-13 anni, piacciono i libri di avventura e l’arte, soprattutto la vita di Caravaggio, è avventurosa” spiega D’Orazio. In ‘Mistero Caravaggio’ lo storico non ha inventato nessun personaggio, nessun fatto, nessun luogo.
“Ho chiaramente, dove non c’erano, inventato dei dialoghi, ma in molti ho rispettato le parole che di Caravaggio ci sono giunte dai documenti. Le fonti più ricche sono i processi a cui lui è stato sottoposto dove sono registrate le testimonianze dei suoi contemporanei ma anche le sue parole. In qualche modo sappiamo come parlava Caravaggio e le persone che gli stavano intorno.
Nel libro mi sono anche un pò divertito a imitare dei dialetti, delle cadenze”.
Narrato in prima persona da Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, pittore del Seicento di opere come ‘Ragazzo morso da un ramarro’, ‘Maddalena penitente’ , ‘Davide e Golia’, il libro si apre con il futuro pittore che da bambino vede, a Milano con il padre, il Cenacolo di Leonardo e da quel momento decide di voler “diventare un mago del colore, proprio come Leonardo”.
“Di Caravaggio conosciamo il rapporto con la madre che ha firmato il contratto di apprendistato con il suo maestro Simone Peterzano e che ha finanziato la sua partenza. Conosciamo quelli con il fratello e la sorella e anche l’ammirazione per il padre che lo portava con lui nei luoghi di lavoro. Che Caravaggio abbia visto il Cenacolo da bambino è un fatto vero ma quell’episodio che racconto è l’unico un po’ inventato” dice D’Orazio che mette l’incanto della magia in quelle pagine.
Al pittore, sul quale lavora da 30 anni, lo studioso ha già dedicato un volume nel 2013, ‘Caravaggio Segreto’ e questo libro “è figlio di quello e di altri documenti usciti nel frattempo” dice l’autore e si augura che “i ragazzi e le ragazze che lo leggeranno escano con una conoscenza di Caravaggio che li possa accompagnare nella vita”.
Appassionante, divertente, spiritoso, ironico anche un po’ drammatico, il racconto di D’Orazio alla fine fa di Caravaggio un piccolo eroe con il quale viviamo i dubbi, i fallimenti, i successi, le aspettative, le delusioni perchè insomma “è vero che era un grande artista ma ha fatto una gavetta a cui pochi sarebbero sopravvissuti”.
Ma come riuscire a far diventare un eroe, per un lettore giovane, un assassino? “Da adulti lo capiamo meglio, quasi gli perdoniamo l’assassinio in virtù della sua genialità e talento.
Però a un ragazzino come lo spieghi? Ho tentato questa chiave di lettura: in fondo Caravaggio è sempre stato mosso dalla sua grandissima passione. E come spesso accade, la passione quando è smodata può condurci a commettere degli errori che certo non vanno giustificati o trascurati. Caravaggio si fa la sua prigione e i suoi processi, molti subiti per invidia. Nessuno gli fa sconti” spiega.
Poi ci sono altri personaggi come il Cardinal Francesco Maria del Monte che diventa una sorta di Mago Merlino. “Era uno sperimentatore, aveva un gabinetto alchemico”.
A D’Orazio interessa “far uscire le personalità, i caratteri.
Le opere d’arte sono il frutto della personalità, delle idee, dei desideri, non sono prodotti matematici. C’è sempre un riferimento all’esperienza personale di chi le ha realizzate” dice l’autore del libro che conquista anche gli adulti.
E spera, se ‘Mistero Caravaggio’ andrà bene, di poter affrontare in futuro, la storia di Michelangelo che è altrettanto avventurosa. “I grandi artisti hanno delle personalità talmente profonde, intense, complesse che sono materia per racconti eccezionale” afferma D’Orazio. (ANSA).