Sono passati tredici anni dall’ ”Italia spensierata” di Francesco Piccolo (pubblicata allora da Laterza), che viaggiava tra affollati studi tv, autogrill, esemplari non-luoghi di Augé, e notti bianche, e quel mondo oggi, in questa estate 2020 resa attonita dal coronavirus, ci pare lontanissimo, sin dal titolo scelto dall’autore. Viviamo un’Italia pensierosa se non impaurita, che al caldo e al sole cerca di non pensare al Covid e a una sua possibile recrudescenza, in più circondata da paesi che hanno fatto molto meno attenzione di noi e rischiano di ritrasmetterci il moltiplicarsi del male. Così pare il motto di quasi tutti, tutti quelli che se lo possono permettere, sia stato: si resta e si viaggia in Italia, sia per aiutarne l’economia, sia per sentirsi un po’ più sicuri.
    Allora, mentre Franco Arminio è diventato un personaggio popolare nei paesi che visita e sui social, con la sua idea della scoperta di un’Italia decentrata, fatta di piccole cittadine e borghi storici, partita sette anni fa con la sua ”Geografia commossa dell’Italia interna” (Bruno Mondadori, pp.
    130 -14,00 euro) ecco che arriva come a proposito questo ”Viaggio in Italia” di Flavio Cuniberto, docente di estetica all’università di Perugia e autore di libri su alberi e boschi e di viaggio, come l’ultimo filosofico-teologico nel centro del paese, ”Paesaggi del Regno”.
    Il nuovo volume in questi giorni diventa facilmente una guida affascinante, che elenca paesaggi, città, paesi, monumenti, musei e feste popolari, raccontandone la realtà apparente, ma cercando di andare oltre, di indagare, attraverso una notazione storica o estetica, cosa tutto questo può rivelarci di noi e della forza e l’intensità della vita di questo nostro Bel Paese, partendo dalla val Pusteria per arrivare alle Egadi. E’ la reinvenzione di un Grand Tour, che in un momento in cui abbiamo bisogno di ripartire ci guida alla scoperta della vitalità e pienezza delle nostre radici, senza le quali non ci sarebbe futuro possibile.
    Scoperta e riflessione sono anche le basi del diario di viaggio, notazioni, ricordi, pensieri dei ”Passaggi segreti” del giornalista e scrittore Federico Pace, che invita a spostamenti piccoli, viaggi ”minimi” dalle Dolomiti a Maratea, ma con intima curiosità alla ricerca di un po’ di consapevolezza. Basta anche solo una passeggiata in montagna: ”Lo strano mistero della luce che filtrava tra le ramificazioni. Il bosco è uno spazio che meraviglia per ciò che è, ma anche per quel qualcos’altro a cui allude e rimanda, per ciò che intende sempre celare. A ogni passo si ha la percezione di arrivare più vicino, di stare per intravedere quel che viene tenuto nascosto. Si intuisce la possibilità di raggiungere il luogo da cui arriva la luce… Ma più si avanza e più il bosco ricrea se stesso, si perde, si dirada, si infittisce e si ostina ad allontanare i confini del proprio limitare”.
    Insomma le pagine di questi libri ci fanno capire come ogni viaggio sia assieme reale e metafisico per i segni che ci lascia addosso, dentro. L’incontro con certi luoghi, spesso piccoli e magari sperduti, finisce per avere una risonanza in chi li avvicina senza preconcetti, restituendoci una dimensione umana che spesso, tra frenesia del quotidiano e del lavoro e il lockdown, non ci eravamo accorti di aver dimenticato, non perso.
    (ANSA).