Quali sono i rischi connessi al consumo dei cibi in scatola e che benefici possiamo ottenere dal consumo dei cibi freschi? Scopriamo quali accorgimenti adottare e quali cibi in scatola sarebbe meglio evitare.
È il giorno in cui facciamo la spesa, siamo all’interno del nostro supermercato di fiducia, guardiamo dentro il nostro carrello in prossimità della cassa e ci accorgiamo che una considerevole quantità di prodotti è… in scatola! Questo accade perché i ritmi dell’attuale vita quotidiana ci impongono di ottimizzare i tempi, anche e soprattutto al momento dei pasti. Dunque il cibo in scatola ci sembra la soluzione più efficace, costa poco, si cucina in tempi brevi e a volte soddisfa anche il nostro palato, per questo motivo è importante sapere se gli alimenti in scatola fanno male.
Gli alimenti in scatola fanno male?
Il motivo primario per cui gli alimenti in scatola fanno male è perché possono contenere conservanti, sale e zucchero come ingredienti aggiuntivi. L’utilizzo abituale di essi fa male perché aumenta il nostro consumo di sale, che provoca l’insorgenza di ipertensione arteriosa, ed incrementa il consumo di zuccheri, che porta ad un innalzamento di picchi glicemici e all’aumento di peso del nostro organismo. Gli alimenti in scatola perdono inevitabilmente potere nutritivo, soprattutto in termini di vitamine, basti pensare alla frutta sciroppata. Inoltre il gusto degli alimenti in scatola non è paragonabile a quello di un alimento fresco. Se volete una prova immediata, assaggiate i piselli in scatola e ditemi pure se hanno lo stesso sapore dei piselli freschi!
I rischi connessi al consumo: il Bisfenolo A
Gli alimenti in scatola fanno male soprattutto a causa del Bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica usata prevalentemente in associazione ad altre sostanze chimiche per produrre plastiche e resine. Ad esempio è usato nel policarbonato, un tipo di plastica rigida, trasparente e altamente performante, ideale per recipienti per uso alimentare, dai biberon alle bottiglie, dai contenitori alle lattine. Recenti studi scientifici hanno purtroppo evidenziato che tali sostanze, assunte dal nostro organismo, possono causare disturbi neurologici e comportamentali, e i loro effetti ormonali potrebbero causare cancro, diabete, endometriosi e infertilità maschile. In particolare sarebbero i cibi salati, acidi e grassi che rilascerebbero maggiormente queste sostanze dannose. La categoria più a rischio sarebbe quella dei neonati, visto che non hanno la capacità di espellerla dal loro organismo. Dal canto loro, molte aziende tendono a rassicurare i consumatori sostenendo che il contenuto di BPA assunto dall’organismo sarebbe in quantità talmente minime da non essere preoccupante.
Quali accorgimenti possiamo adottare?
Sulla base di quanto detto, per minimizzare i rischi possiamo sicuramente fare qualcosa:
- azzerare il consumo di cibi in scatola con BPA per donne incinte e bambini;
- cercare prodotti sostitutivi conservati in altri materiali, per esempio il vetro;
- risciacquare con acqua corrente i cibi a contatto con l’interno di una scatola che contiene BPA;
- evitare di scaldare scatole con BPA, visto che alle alte temperature il rilascio è maggiore;
- informarsi con le aziende sull’inscatolamento o sui sostituti del BPA, magari chiedendo alle stesse di indicare la presenza e il dosaggio di BPA, anche se nessuna legge le obbliga a farlo;
- sostituire il maggior numero possibile di alimenti in scatola con quelli freschi.
I cibi in scatola da evitare e i benefici dei prodotti freschi.
1) Piselli
Naturalmente per quanto detto prima, non potevo non mettere i piselli al primo posto! Quelli freschi sono ricchi di sali minerali, vitamine e acqua, dispongono di fibre utili per il benessere intestinale, hanno potere antiossidante e contribuiscono a saziare. Rispetto ai piselli in scatola, anche la loro versione surgelata ha un gusto leggermente migliore, cuociono in fretta e non contengono sale, zuccheri e conservanti aggiunti a differenza dei prodotti in scatola.
2) Frutta sciroppata
La frutta sciroppata è un alimento fortemente zuccherino, molto calorico e inadatto al consumo frequente. Il fatto che sia cotta e conservata determina una notevole perdita del contenuto in vitamine termolabili (es. vit. C) e antiossidanti (es. sostanze fenoliche); inoltre, la sospensione della polpa nello sciroppo, per osmosi, determina la fuoriuscita (dispersione) di molti sali minerali come il potassio ed il parallelo incremento di glucosio e fruttosio contenuti nello sciroppo.
3) Fagioli
I fagioli conservati in scatola potrebbero presentare un contenuto di sodio eccessivo. Quando consumate fagioli in scatola, ricordate di risciacquarli molto bene prima di utilizzarli. L’alternativa migliore ai fagioli in scatola sono i fagioli (e in generale i legumi) secchi. Il loro costo è contenuto e una volta cotti triplicano il loro volume. I tempi di cottura sono piuttosto lunghi ma i legumi cotti si possono conservare in frigorifero per qualche giorno senza problemi conditi con un filo d’olio.
4) Spinaci
Gli spinaci freschi presentano almeno il doppio della vitamina C rispetto a ciò che avviene a seguito del processo di conservazione. Anche la bollitura provoca perdita di nutrienti, ma nei processi industriali di inscatolamento gli effetti negativi sarebbero ancora maggiori.
5) Pomodori pelati
Pomodori pelati, salse di pomodoro e altre preparazioni a base di pomodoro conservate in scatola potrebbero aumentare il rilascio di BPA nel cibo a causa del loro grado di acidità che entra a contatto con il materiale di cui i contenitori sono composti. Da preferire i pomodori freschi e le passate di pomodoro conservate in bottiglie di vetro.
6) Ananas
L’ananas può contenere circa 20 mg di vitamina C per 100 grammi di alimento quando è fresco e crudo, ma quando viene conservato in scatola il contenuto di vitamina C scende a circa 5 mg ogni 100 grammi. Meglio sceglierlo fresco, anche perché di solito l’ananas in scatola presenta zuccheri aggiunti e conservanti indesiderati.
7) Tonno in scatola
È preferibile evitare Il tonno in scatola soprattutto in gravidanza per via dell’alto contenuto di mercurio. Chi sceglie di consumare tonno potrebbe optare in alternativa ai prodotti in scatola del tonno conservato in barattoli di vetro, oppure tonno fresco.
8) Carne in scatola
Rispetto ad un sottoprodotto ricco di conservanti e composto da ingredienti di origine non sempre certa è preferibile scegliere una classica bistecca. Senza contare che le carni lavorate e conservate sono tra gli alimenti maggiormente sotto accusa per quanto riguarda il rischio di patologie cardiocircolatorie, di ipertensione, di obesità e di gran parte delle malattie del “benessere”.
9) Zuppe
Le zuppe in scatola possono contenere sodio in eccesso e conservanti indesiderati. Meglio preparare un buon minestrone di verdure fresche o una zuppa di legumi secchi, o al limite di tanto in tanto, un prodotto surgelato senza strani ingredienti aggiuntivi.
Grazie,per le precise ed esaustive Informazioni.Complimenti,con i Ns più rispettosi Saluti.