Per milioni di Millennials e per i loro genitori è uno di quei momenti che definiscono il prima e il dopo: “Capitolo Uno: il Bambino sopravvissuto.

Mr. e Mrs. Dursley di Privet Drive n. 4 erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali. E grazie tante…”. Prima e dopo Harry Potter: sabato 26 giugno si celebrano le nozze d’argento con “Harry Potter e la pietra filosofale”, il primo volume della saga creata da J.K. Rowling. Venticinque anni a sognare partite di Quidditch su manici di scopa, o a farsi portare da mamma e papà alla stazione di King’s Cross a Londra per provare l’ebbrezza impossibile del binario 9 e 3/4. Impossibile per i “muggle”, la parola inglese che la Rowling creò per i Dursley e tutti gli altri “non magici” e che la traduttrice dei primi due libri per Salani, Marina Astrologo, rese come “babbani”. Oggi la Rowling è una delle donne piu’ ricche di Gran Bretagna (e una delle più vituperate del mondo per i recenti commenti transfobici che hanno fatto ombra alla saga), ma quel successo fu un miracolo di passaparola dopo che il suo manoscritto era stato respinto da ben 12 editori. Nessuno aveva mai sentito parlare del piccolo mago dagli occhiali tondi e il segno del maleficio sulla fronte, né della sua creatrice che ne aveva scritto le avventure in un caffè.
    “Portai il manoscritto a casa ma non lo lessi immediatamente. Lo diedi a mia figlia Alice che aveva otto anni. Riapparve un’ora dopo in una specie di trance: ‘L’eccitazione che ho provato – mi disse – mi ha scaldato dentro”, ha raccontato Nigel Newton, fondatore e Ceo della casa editrice Bloomsbury che lo pubblicò dopo aver pagato 2.500 sterline per i diritti nel Regno Unito. “La Pietra Filosofale” fu presentato alla Fiera del Libro di Bologna. Salani fiutò il colpo per l’edizione italiana, mentre per gli Usa Scholastic comprò i diritti per 105 mila dollari. La scalata alle classifiche, non immediata, fu però inesorabile: nell’estate 1999 il New York Times scoprì il romanzo come “il libro dell’estate” che dava il filo da torcere anche alla fiction per adulti e da allora l’uscita di ogni volume diventò un evento con file chilometriche a mezzanotte davanti alle librerie. Molto si è scritto da allora su come i libri di Harry Potter hanno riportato i bambini alla lettura, permettendo di entrare in un mondo fantastico popolato da coetanei in cui potevano identificarsi crescendo con loro. La saga del piccolo mago ha avuto fortuna anche al cinema con Daniel Radcliffe nella parte di Harry, Rupert Grint in quella di Ron e Emma Watson di Hermione: il primo di otto film prodotti dalla Warner uscì nel novembre 2001.
    Fu un successo spettacolare se si pensa che in Gran Bretagna “La Pietra Filosofale” uscì con tiratura iniziale di 500 copie: oggi il franchise ne ha vendute oltre mezzo miliardo con traduzioni in ottanta lingue (e anche l’anno scorso, secondo Bloomsbury l’aumento è stato del 5%), mentre i film, trasmessi in 166 Paesi, hanno incassato nove miliardi di dollari worldwide, per non dimenticare i videogiochi, quattro parchi a tema e gli spinoff della serie “Animali Fantastici e Dove Trovarli”.

Voce Mimmo Moramarco