Ha esordito nel 1996 con “La flaca”, singolo che lo ha reso famosissimo e che ha portato la musica spagnola ai primi posti delle classifiche italiane (e non solo). Poi – quasi vent’anni dopo – la terribile scoperta del cancro al colon, con cui purtroppo ancora oggi convive. Pau Donés, voce e anima dei Jarabe De Palo, ha ancora tanta voglia di lottare e godere la vita in ogni suo istante.
Dopo il grande successo de “La flaca”, seguito da singoli famosissimi come “Depende”, “Bonito”, “Grita” e l’incantevole “Agua”, i Jarabe de Palo hanno appena festeggiato vent’anni di carriera con “50 Palos”, un progetto che comprende un doppio cd contente 21 pezzi storici con nuovi arrangiamenti, un tour nei teatri di tutto il mondo che ha toccato anche l’Italia e un’autobiografia scritta appunto da Pau Donés, che in questo caso posa la chitarra e parla da uomo più che da musicista.
Cinquantadue anni e uno spagnolissimo sorriso sempre sulle labbra, Pau sta combattendo dal 2015 contro un terribile cancro, che finora non gli ha però impedito di smettere di pensare alla musica e alle sue più grandi passioni, compresa sua figlia. Dopo aver interrotto la tournée per curarsi, nella sua casa di Formentera, il cantante ha voluto documentare sui social tutto il suo percorso, mostrandosi sempre allegro e positivo. Il racconto della sua lotta contro la malattia è diventata di recente anche un documentario; “Jarabe Contra El Cancer”. Pau non vuole essere condizionato dal suo male, a cui dice di pensare solo 5 minuti al giorno.
Il cantante è molto legato al nostro Paese e fin dall’inizio della sua carriera ha collaborato con molti musicisti italiani, tanto che alcuni sono diventati anche suoi amici. Tra questi, ricordiamo Jovanotti, Niccolò Fabi, i Modà, Fabrizio Moro ed Ermal Meta. Nei prossimi mesi, Pau sarà in Italia per una serie di date: il 27 luglio a Montecosaro, il 28 a Torricella Peligna, il 4 agosto a Valmontone e infine il 9 settembre a Oschiri.
Abbiamo fatto un’intensa chiacchierata con lui, parlando della sua malattia, dei vent’anni di carriera e del futuro, che secondo lui non esiste. E ci ha anche confidato una grossa rivelazione.
Era il 2015 quando è arrivata la doccia fredda della scoperta della malattia.
Il cancro me lo porterò sempre con me: convivo con lui, ma per fortuna riesco a fare una vita normale. A volte il cancro è pericoloso e non ti lascia vivere così; io – però -mentre faccio la chemio, riesco anche ad andare sul surf o in montagna a fare snowboard.
Quanto ti ha aiutato la musica ad affrontare la malattia?
Non più di tanto. Il cancro – quando è arrivato – si è dovuto abituare alla mia vita da musicista, non sono stato io ad essermi adeguato a lui. Io ho messo le cose in chiaro fin da subito: “Se vieni con me, allora tu devi fare la mia vita”. E questo significa fare il musicista, registrare dischi, fare concerti, viaggiare e via dicendo. Penso che il cancro sia stato contento di questo.
Di recente hai pubblicato una foto ti sottoponi alla chemio in costume da bagno, un’immagine decisamente emblematica di come stai affrontando le cure.
Ti racconto la storia dietro questa foto: avevo parlato con il mio dottore e sapevo che in serata sarebbe arrivata la mia chemio. Devi sapere che a me piace tantissimo la vela, ho anche una piccola barca e quel giorno stavo navigando, quando ad un certo punto mi chiama il medico: “E’ arrivata, vieni che te la somministro”. Sono arrivato in ospedale in costume ed ecco che è nata quella foto. (Fonte)