Secondo un’indagine Swg, la “lenta lavorazione” Rummo , in fatto di pasta, premia la stessa Azienda beneventana, nata nel 1846 e adesso vede la sesta generazione a conduzione rigorosamente familiare. I consumatori apprezzano, secondo la stessa indagine , il procedimento brevettato che riguarda le sette fasi di lavorazione e , di fatto , un procedimento lento che ottiene i suoi risultati a tavola.

Pasta Rummo esporta in una sessantina di paesi (Francia, Svizzera, Spagna, Stati Uniti e Canada in primis), ma i suoi stabilimenti produttivi sono tutti in Italia. Oggi l’impresa campana ha 157 dipendenti e 160 milioni di euro di fatturato, ma nel 2015 ha dovuto affrontare una fase difficile, quando l’alluvione sannita il pastificio nella zona Asi di Ponte Valentino fini travolto da un’onda di fango alta otto metri e mezzo.

In Italia – che il 25 ottobre ha festeggiato il World pasta day – si producono ogni anno 3,6 milioni di tonnellate di pasta, pari a circa un quarto di tutta quella mondiale.Il nostro resta il Paese in cui se ne consuma di più: 23,5 i chili all’anno procapite, seguono i 17 chili della Tunisia, i 15 del Venezuela, i 12 della Grecia, i 9,4 chili del Cile e gli 8,8 degli Stati Uniti. L’export italiano di pasta ha appena fatto registrare un aumento record del 33%: i n cima alla lista degli acquirenti ci sono i tedeschi, mentre al secondo posto si classificano gli Stati Uniti, dove l’incremento di pasta italiana nell’ultimo anno è stato del 45%.