Se lo “ius soli” diventa legge ci alleveremo il terrore in casa. Dal 15 giugno il Senato potrebbe approvare la norma che impedirà le espulsioni e favorirà l’islam radicale.
Fin qui ci siamo salvati per il rotto della cuffia. Da metà giugno rischia però d’iniziare la discesa all’inferno.
E così in un decennio, o anche meno, l’Italia potrebbe seguire il destino di Francia, Inghilterra e Belgio e scoprirsi assolutamente permeabile al terrorismo islamista. Il grimaldello capace di aprire le porte al terrore e rendere anche il nostro paese inerme di fronte all’offensiva di lupi solitari, predicatori radicalizzati e cellule jihadiste si cela tra le pieghe della legge sullo «ius soli» approvata dalla Camera nel 2015 e pronta a venir discussa in Senato dal 15 giugno in poi. Con l’introduzione di quella legge in pochi anni diventerà impossibile ricorrere a quelle espulsioni che ci consentono oggi di neutralizzare sul nascere la minaccia jihadista rimpatriando gli stranieri sospettati di collusione con il terrorismo. Ma grazie allo «ius soli» diventerà inevitabile anche la moltiplicazione di quelle seconde e terze generazioni di migranti musulmani considerate l’humus ideale per la diffusione di un Islam intollerante e radicale, deciso ad anteporre le leggi coraniche a quelle dello Stato.
Ma partiamo dalla legge tanto cara al Pd e a quel partito dei migranti e dei barconi guidato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal suo predecessore Giuliano Pisapia. La riforma del diritto di cittadinanza – basata fin qui su quello «ius sanguinis» che concede la cittadinanza solo ai figli di italiani – non è un’ipotesi remota. Il progetto di legge in materia appoggiato da Pd e sinistra è già stato approvato alla Camera nel 2015. Se la legge passerà anche al Senato basterà che uno solo dei genitori sia in grado di esibire un diritto di soggiorno illimitato o un semplice permesso di soggiorno nell’Unione Europea perché ai figli minori venga garantita la cittadinanza italiana. Allo «ius soli» s’affiancherà poi il cosiddetto «ius culturae» che consentirà ai minori stranieri arrivati nel nostro Paese prima dei dodici anni di diventare italiani esibendo una semplice licenza di scuola elementare.
Gli oltre ottomila emendamenti presentati dalla Lega han fin qui tenuto bloccato il progetto di riforma del diritto di cittadinanza tra i banchi della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Ma la minaccia è tutt’altro che disinnescata. Tre settimane fa il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha fatto sapere di aver ottenuto dalla Conferenza dei capigruppo il via libera alla discussione in aula dello «ius soli» entro il 15 giugno «anche se l’esame in commissione non verrà concluso». Paradossalmente il primo a doversi confrontare con le conseguenze di quella legge dovrebbe essere il governo targato Pd. Le 175 espulsioni collegate a sospette attività di terrorismo decretate dal 2015 ad oggi, e le 40 firmate solo quest’anno da Marco Minniti, dimostrano come il nostro esecutivo consideri le espulsioni uno strumento indispensabile per impedire al terrorismo, ai disseminatori dell’odio e ai loro sostenitori di metter radici sul territorio nazionale. Anche perché solo le espulsioni consentono di dribblare lentezze e cavilli di un sistema giudiziario che spesso non riesce a tener dietro le sbarre neppure terroristi conosciuti e conclamati.
Se la legge sullo «ius soli» dovesse venir approvata insomma i futuri governi rischieranno di non aver più strumenti adeguati per fermare i terroristi legati a cellule islamiche internazionali. Da qui a qualche anno rischiamo, insomma, di doverci confrontare con errori ed orrori molto simili a quelli di Manchester dove un 23enne libico nato e cresciuto in Inghilterra ha fatto strage di ragazzini innocenti. E il peggio arriverà entro un decennio. Quando i figli con passaporto italiano delle centinaia di migliaia di migranti approdati sulle nostre coste busseranno alle porte dei ghetti dove li avrà relegati un’accoglienza generosa nelle promesse, ma inadeguata nei fatti, la radicalizzazione prenderà il posto della speranza. E il fanatismo che ha alimentato le stragi di Parigi, Bruxelles, Berlino e Manchester divorerà anche le nostre periferie. Ma come nel resto d’Europa sarà troppo tardi per pentirsene. (Fonte)