Sanremo non parte nel migliore dei modi. L’evento televisivo dell’anno è nella bufera per il caso Zelensky. Come aveva annunciato Bruno Vespa durante un’intervista con Mara Venier a “Domenica In”, il presidente ucraino avrà uno spazio nel giorno della finalissima del festival, nel momento di massimo picco di audience. Ma ora anche quel picco è in forse. Perché la scelta della Rai non sembra essere molto gradita dai telespettatori che ora minacciano un boicottaggio di massa. Se tanti intellettuali (anche di sinistra: Moni Ovadia su tutti) e anche politici si sono già espressi contro la partecipazione del presidente dell’Ucraina alla serata finale, ora la parola passa agli utenti, i quali annunciano una formale diffida nei confronti della Rai perché, sostengono, il servizio pubblico deve restare super partes.
Inoltre, da più parti si sente dire che l’Ariston non può trasformarsi in un palcoscenico per la propaganda occidentale sulla guerra. Dalle libere opinioni, però, si è anche passati ai fatti, e ora la Rai ha davvero paura. L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi (organismo iscritto al Cncu e riconosciuto dal Ministero delle imprese) ha infatti annunciato una formale diffida nei confronti della Rai. Nella stessa si chiede di “non consentire la partecipazione del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo dopo le lamentele di molti consumatori che – spiega l’associazione – si schierano contro la partecipazione del presidente ucraino all’Ariston”.
“Condividiamo l’appello lanciato da una lunga schiera di intellettuali per dire No a Zelensky a Sanremo – si legge ancora nel commento dell’associazione – Un Festival musicale, per di più trasmesso da una rete di Stato finanziata dai cittadini che pagano il canone, non può diventare un palco politico”. Pensiero, questo, che sta trovando il favore di sempre più persone. L’associazione condanna certamente l’aggressione subita dall’Ucraina e non entra nel merito di chi abbia torto o ragione. “Il rischio concreto – questa è la conclusione – è quello di trasformare l’Ariston in un teatro di propaganda dal quale chiedere più armi e interventi dello Stato a favore dell’uno o contro l’altro, contravvenendo agli obblighi del servizio pubblico che impongono alla Rai equilibrio, pluralismo e par condicio”. L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi ha dunque presentato la diffida ai vertici della Rai e alla Commissione di Vigilanza, chiedendo a gran voce di non consentire la partecipazione di Zelensky a Sanremo. Propone, invece, di istituire nel corso del Festival un minuto di silenzio per le vittime della guerra.