«In sintonia con il presidente Emiliano e l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio ribadiamo il no corale e categorico al deposito di scorie radioattive nella Murgia, motivato sia nelle prime osservazioni che rilevano la presenza di habitat, specie di importanza conservazionistica, zone umide e siti Natura 2000 nelle aree limitrofe al Parco, sia nelle integrazioni prodotte che sottolineano l’ormai ufficiale candidatura a Geoparco UNESCO.»
Così il presidente del Parco dell’Alta Murgia, Francesco Tarantini, dopo la consegna al MiTE da parte della Sogin della Carta Nazionale Aree Idonee a ospitare il deposito di rifiuti radioattivi, formulata nei sessanta giorni dal termine della consultazione pubblica.
Nel frattempo è subentrata in questi giorni l’impugnazione da parte delle associazioni venatorie della delibera di Giunta regionale n. 1932 del 29/11/2021, con la quale la Regione approva la perimetrazione delle Aree Contigue e dà il pieno sostegno alla candidatura a Geoparco UNESCO, volta a tutelare il cospicuo patrimonio geologico del territorio. Le ragioni del ricorso risiederebbero nell’introduzione di vincoli all’attività di caccia.
«Come si evidenzia nella delibera – conclude Tarantini – le Aree Contigue non comportano nuovi vincoli all’attività venatoria, tantomeno ne modificano la disciplina. Il Parco si costituirà in giudizio per opporsi fermamente e impedire il loro venir meno, che indebolirebbe la candidatura a Geoparco UNESCO. Le Aree Contigue rappresentano un deterrente alla realizzazione del deposito, includendo i territori di Laterza, Acquaviva e i centri urbani dei comuni esclusi dal perimetro del Parco. Parliamo di uno strumento di tutela previsto dalla Legge quadro sulle aree protette, fondamentale perché estende gli incentivi ministeriali alle zone limitrofe al Parco, valorizzandone la valenza ambientale e geologica».