Pensione anticipata ordinaria, pensione di anzianità in totalizzazione, quota 41 e 42, inabilità e invalidità: quando si può uscire dal lavoro a prescindere dall’età?
Sei abbastanza giovane e possiedi molti anni di contributi previdenziali? Vorresti uscire dal lavoro il prima possibile ma non vuoi aspettare di compiere l’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia? Forse non sai che in alcuni casi la pensione può essere raggiunta senza bisogno di maturare un’età minima: questo è possibile, oggi, per chi richiede la pensione anticipata ordinaria (che può essere ottenuta anche cumulando i contributi di gestioni diverse), la pensione anticipata precoci e la pensione di anzianità in regime di totalizzazione. Se sei un libero professionista, verifica se la tua gestione previdenziale prevede una pensione anticipata, o di anzianità, che può essere ottenuta sulla base dei soli anni di versamenti, senza limiti di età: in caso contrario, senza barriere collegate all’età minima puoi ottenere la pensione anticipata ordinaria in regime di cumulo, o la pensione di anzianità in totalizzazione. Ma procediamo per ordine e facciamo il punto della situazione sulla pensione senza limiti di età: quali trattamenti si possono ottenere, come si calcolano, quali prestazioni sono previste nella nuova riforma pensioni.
Pensione anticipata ordinaria senza limiti di età
L’attuale pensione anticipata ordinaria si può richiedere senza bisogno della maturazione di un’età minima. In passato, invece, era richiesta un’età minima di 62 anni: chi non la possedeva era soggetto a delle penalizzazioni sull’assegno.
Ad oggi, la pensione anticipata si può raggiungere con i seguenti requisiti:
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Dal 2019, potrà ottenere la pensione anticipata chi potrà far valere, tra tutte le gestioni previdenziali alle quali è o è stato iscritto, un totale di contributi pari a:
- 43 anni e 3 mesi, se uomo;
- 42 anni e 3 mesi, se donna.
Il requisito dovrebbe successivamente aumentare di 3 mesi ogni biennio, a meno che non siano riscontrati incrementi della speranza di vita in misura differente a quelli previsti; nel caso in cui sia riscontrato un calo della speranza di vita, il requisito non subirà aumenti.
Com’è calcolata la pensione anticipata senza limiti di età?
La pensione anticipata ordinaria, come la generalità dei trattamenti pensionistici, è calcolata col sistema:
- retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- interamente contributivo, per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.
Come abbiamo osservato, ad oggi non sono più applicate penalizzazioni in base all’età.
Pensione anticipata in regime di cumulo
La pensione anticipata ordinaria può essere anche ottenuta in regime di cumulo, ossia sommando i contributi presenti in gestioni diverse.
Attraverso il cumulo, in pratica, i versamenti presenti in casse diverse sono sommati ai fini del diritto alla pensione, mentre ai fini della misura della pensione ogni gestione liquida la quota di propria competenza.
Il cumulo non prevede il ricalcolo contributivo della prestazione, per quanto riguarda le gestioni Inps: al contrario, il totale dei contributi cumulati rileva anche ai fini del sistema di calcolo della pensione da utilizzare. Se, ad esempio, attraverso il cumulo il pensionato raggiunge 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, ottiene il calcolo retributivo della prestazione sino al 31 dicembre 2011, anziché solo sino al 31 dicembre 1995. Non vengono considerati i contributi versati presso le casse professionali, però, ai fini del sistema di calcolo: in pratica, se si raggiungono 18 anni di contributi anche sommando i versamenti presso una gestione dei liberi professionisti, il metodo di calcolo non varia.
Per quanto riguarda le casse professionali, in certi casi il cumulo può determinare il calcolo contributivo della propria quota di pensione, se non si raggiunge un requisito assicurativo o di contribuzione minimo: dipende dal regolamento della specifica gestione.
Pensione di anzianità in totalizzazione senza limiti di età
La totalizzazione è uno strumento che, come il cumulo, dà la possibilità di ottenere il diritto alla pensione sommando i gratuitamente contributi versati in gestioni diverse.
Attraverso la totalizzazione è possibile raggiungere, senza limiti di età, la pensione di anzianità, con:
- 40 anni 7 mesi di contributi (41 anni dal 2019);
- l’attesa di una finestra di 21 mesi.
Come si calcola la pensione in totalizzazione?
La pensione in totalizzazione è calcolata secondo il sistema contributivo, che si basa sulla contribuzione accantonata, rivalutata in base al Pil, e trasformata in assegno da appositi coefficienti che aumentano al crescere dell’età. Ogni gestione calcola separatamente la propria quota di pensione.
Se, però, in una delle gestioni previdenziali privatizzate si matura il diritto ad un’autonoma pensione di vecchiaia, il calcolo di quella quota non è contributivo, ma segue il sistema di calcolo proprio della gestione. Il più delle volte, le casse dei liberi professionisti prevedono, sino a un determinato anno, il calcolo reddituale della pensione (basato sui redditi migliori), poi il calcolo contributivo: è dunque questa sorta di calcolo misto che deve essere utilizzato, se presso il fondo si ottiene il diritto alla pensione di vecchiaia, senza bisogno di sommare i contributi di altre gestioni.
Pensione anticipata lavoratori precoci senza limiti di età
I lavoratori precoci, cioè coloro che possiedono almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19° anno di età, possono ottenere la pensione anticipata, senza limiti di età, con 41 anni di contributi (41 anni e 5 mesi dal 2019), se appartengono a una delle categorie salvaguardate: disoccupati, invalidi in misura almeno pari al 74%, caregiver (coloro che assistono, da almeno 6 mesi, un familiare entro il 2° grado convivente, con handicap grave) e addetti ai lavori gravosi.
Per ciascuna di queste categorie sono previsti dei requisiti specifici, al fine di ottenere la pensione anticipata precoci. Per chi perfeziona i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2018, c’è tempo sino al 1° marzo 2019 per inviare la domanda, anche se potranno essere prese in considerazione domande tardive sino al 30 novembre 2019. Per chi perfeziona i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2019, ci sarà tempo sino al 1° marzo 2020 per inviare la domanda, e resterà aperta la valutazione delle domande tardive sino al 30 novembre 2020, e così via, di anno in anno, in quanto il beneficio è strutturale.
Pensione anticipata quota 41 o quota 42
La possibilità di ottenere la pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi, in base alle attuali proposte, dovrebbe essere estesa anche ai lavoratori non precoci. In un primo momento, dovrebbe essere riservata alle sole categorie tutelate, per poi essere estesa alla generalità dei lavoratori.
Altre proposte parlano invece della quota 42: in pratica, dovrebbe essere possibile raggiungere la pensione anticipata, senza limiti di età, con 42 anni di contributi per tutti i lavoratori. Forse quest’intervento sarà attuato con la prossima legge di bilancio, o al più tardi nel 2020.
Assegno d’invalidità senza limiti d’età
Un’altra prestazione che è possibile ottenere senza limiti d’età è l’assegno ordinario d’invalidità. L’assegno ordinario d’invalidità è una prestazione, riconosciuta dall’Inps, che spetta a chi possiede una riduzione della capacità lavorativa superiore ai 2/3.
Perché si possa ottenere l’assegno ordinario d’invalidità, nel dettaglio, è necessario possedere:
- almeno 5 anni di contributi;
- almeno 3 anni di contributi versati nell’ultimo quinquennio;
- un’invalidità superiore ai 2/3, ossia la riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3.
L’assegno d’invalidità è calcolato allo stesso modo della pensione, in base ai redditi e ai contributi posseduti, a seconda del sistema di calcolo utilizzato. È ridotto in presenza di redditi da lavoro superiori a un certo tanto. Per saperne di più: Quando si riduce l’assegno d’invalidità.
Pensione d’inabilità senza limiti d’età
Nemmeno per la pensione d’inabilità sono previsti dei limiti minimi di età: bastano infatti 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio (gli stessi requisiti previsti per l’assegno ordinario d’invalidità), per aver diritto al trattamento. La pensione d’inabilità è più vantaggiosa, solitamente, dell’assegno d’invalidità, perché non è calcolata sulla sola base dei contributi posseduti, ma viene aggiunta una maggiorazione, sino al compimento del sessantesimo anno di età e sino a un massimo di 40 anni di contributi. Il diritto alla pensione d’inabilità, però, non è riconosciuto facilmente: per ottenere questo trattamento, difatti, che non va confuso con la pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro, è necessario che sia riconosciuta l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, in modo assoluto e permanente.
Per le prestazioni di assistenza sono previsti limiti di età?
Solitamente, per le prestazioni di assistenza, come l’accompagno o la pensione d’invalidità civile, non è prevista un’età minima, ma sono disposti precisi requisiti sanitari, ed in alcuni casi anche limiti di reddito. Ci sono comunque delle prestazioni di assistenza legate all’età, come la pensione sociale e l’assegno sociale. (A cura di Noemi Secci della Redazione)