Dopo la vicenda della “carrozze di Altamura, avevo (purtroppo) visto giusto su una Signora, che fino al due mesi fa non sapevo chi fosse. La prima cosa che ho fatto e guardare su Google e mi venne fuori questo articolo http://ilmimmomoramarco.altervista.org/ilmimmo/la-carrozza-di-altamura-da-quale-pulpito-e-arrivata-la-morale/
Oggi leggo da CoratoLive questo articolo di Mariella Vitucci http://www.coratolive.it/news/Attualita/437690/news.aspx
E’ quindi assodato che questa Signora è alla ricerca spasmodica “di riflettori” e in “cerca d’autore” in maniera perenne, a seguito della sua mediocre esistenza da “arrampricatrice sociale” e per altro senza successo. Classico e plateale esempio che testimonia per l’ennesima volta , che saper scrivere e avere una eventuale laurea non rende immuni automaticamente dall’essere idiota e deficiente di natura….
Dopo la tragedia di Andria Corato e dopo le vittime che sappiamo , questa Signora si prende anche il lusso di insultare “tutti” e, visti anche i precedenti , dal Suo alto “pregiudizio” nei confronti dei meridionali. Una “disperata” destinata , come tante, all’oblio e non gli restano solo queste “bassezze”.
Di seguito l’articolo di CoratoLive sopra citato :
«Va bene. Mi offro io di spiegare con delicatezza a quelli di Ferrotramviaria che la campagna con quei due treni che si incontrano su un binario unico non è proprio tra le più azzeccate, ecco». Questo il testo del post pubblicato ieri sera dalla blogger Selvaggia Lucarelli sulla sua pagina facebook. Qualcuno tra i suoi amici virtuali ha replicato che il manifesto sotto accusa (che ritrae due treni in corsa verso un medesimo punto d’intersezione che conduce all’aerostazione di Bari Palese) risale all’anno scorso. Precisamente alla campagna di comunicazione di Ferrotramviaria e Ferrovie Appulo Lucane per il lancio del biglietto unico che consente di viaggiare tra Puglia, Basilicata, nord barese, aeroporto, area metropolitana e città di Bari sui binari delle due aziende di trasporto ferroviario locali.
Ma la Selvaggia ha ribattuto: «A rifar fare una grafica non ci vuole un granché eh».
Il primo impulso, di fronte a tanta superficialità, è di consigliare alla blogger di tornare ad occuparsi dei pettegolezzi vip che hanno fatto la sua fortuna. Ma siccome i suoi post hanno un effetto virale e fanno opinione, vale la pena ribadire che quella campagna di comunicazione è datata 2015. Neppure al più spregiudicato dei pubblicitari sarebbe mai venuto in mente di proporla all’indomani del disastro ferroviario del 12 luglio scorso sulla tratta Andria-Corato, che ha tolto la vita a ventitre persone e ne ha ferite almeno cinquanta. Né tantomeno sarebbe stata mai avallata da Ferrotramviaria spa, ora nei guai per le presunte responsabilità di quell’incidente. Senza dire che si sarebbe dovuta realizzare a tempo di record.
Argomentazioni sgretolate dalla logica banale di una Lucarelli.
Un dubbio, tuttavia, il post della blogger lo solleva. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che quel manifesto affisso nell’affollato aeroporto internazionale di Bari Palese – con il treno giallo di Ferrotramviaria tragicamente scolpito nella memoria collettiva e quello bianco delle Fal assai simile all’altro convoglio sbriciolato nello schianto di tre settimane fa – avrebbe potuto suscitare sgomento e indignazione? Non sarebbe il caso di rimuoverlo, per rispetto verso le vittime di quella tragedia?