Respirare la natura, ristabilire una connessione tra noi e la terra, far riemergere quell’identità naturalistica che è sommersa dalla vita contemporanea altamente cementificata, ma non per questo ritirarsi in un eremo, piuttosto godere della natura che abbiamo intorno. Breath, respiro, è anche il tema della IX edizione del Festival del Verde e del Paesaggio, dal 10 al 12 maggio a Roma, presso Il Giardino Pensile dell’Auditorium Parco della Musica. Un tema importante: il respiro viene inteso come creatore di vita, in un concetto globale e attualissimo di “green”, interpretato come vero e proprio stile di vita. Il Verde non è un lusso ma un bisogno primario, strumento di progettazione essenziale per la nostra vita attuale e futura.
Il “verde” non è più dunque un’attitudine, un “hobby” o perlomeno non solo, ma piuttosto una necessità di ogni individuo. Il Festival ragiona su questo con esperienze emozionali, immersive e multisensoriali, che prendono le mosse dalla natura e che, a causa della frenesia metropolitana, abbiamo perso o dimenticato.
– Leggia anche Terra Madre, la Natura è dentro di noi ed è tempo di ritrovarla
C’è una vera e propria “immersione in una foresta”, grazie all’istallazione climatica Airship.03 – Fontana d’aria firmata dal collettivo breathe.earth.collective in collaborazione con Austria Turismo. Questa struttura in legno e piante simula una fitta, umida e profumata foresta in cui immergersi per una profonda esperienza di respirazione.
L’atto del respirare, filo conduttore del Festival, viene,inoltre, rappresentato metaforicamente dall’installazione Il teatro della conoscenza, progettato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma, che si propone di raccontare il processo di produzione dell’ossigeno da parte del mondo vegetale.
I giardini effimeri permettono poi di sperimentare questa nota multisensoriale del “verde”:
– CampoFragrantia, invita a guardare, odorare e toccare. L’installazione affronta il tema del respiro soffermandosi sul suo legame con il senso olfattivo. L’uomo attraverso l’azione del respiro compie un processo fondamentale per la sopravvivenza ma è con i sensi che raccoglie le informazioni dal mondo. L’olfatto è il sapore del respiro che connette l’uomo al mondo delle emozioni, e costruisce memorie. il giardino è composto da percorsi sensoriali geografici attraverso fragranze che evocano i paesaggi mediterranei con l’accostamento di essenze vegetali aromatiche.
– Canneto incantato è un’installazione sonora in cui organi eolici, flauto di pan, fischietto ad acqua, trasformano l’aria in suono. Un vero e proprio omaggio alla musica, che coinvolge i visitatori nel produrla, , in modo naturale. Il limite del padiglione stesso è fatto di canne di bambù che suonano con il vento o vengono suonate dal visitatore. Ognuno può fare la propria musica, creando la propria melodia. I visitatori non sono semplici spettatori ma parte dell’installazione stessa. Il suono prodotto dai bambù riporta anche all’ambiente del fiume, all’acqua come elemento primordiale. Con il flauto di pan, simbolo generale dell’installazione, vi è il richiamo alla terra, da cui nascono le piante, e all’incontro tra l’uomo e il divino. Il canneto si muta in orchestra di flauti, come un organo vegetale per respiri corali.
– Coabitare, giardino da interno conquistato da piante che filtrano l’aria, riposano la vista e migliorano il benessere psicofisico. Coabitare è un’azione che richiede sempre più coraggio e implica la condivisione dello stesso spazio e il respiro della stessa aria contemporaneamente o in alternanza. Le piante che sono state tradizionalmente relegate fuori dagli ambienti interni abitati e collocate in parchi, giardini e balconi, vanno recuperate per coabitare insieme a noi gli spazi domestici, lavorativi e di svago dove passiamo il 90% del nostro tempo. Dobbiamo dunque imparare a elaborare “non-giardini” dove convertire ogni spazio chiuso interno in una quotidiana coabitazione con i vegetali.
– Pranayama, giardino olistico in cui fare yoga e respirare per ritrovare equilibrio e radici
– Notturno, una foresta urbana profumata e colorata, tutta da respirare.
E se i giardini progettati dai creativi del verde non ci bastano è arrivato il momento di sperimentare la Prateria Urbana: i visitatori sono coinvolti nella realizzazione di questa spazio, scegliendo le piante spontanee ed erbacee che preferiscono, le quali dovranno essere poi piantate in un’area appositamente deputata a diventare una vera prateria, un giardino permanente, una sorta di monito per invitare a riflettere sulla necessità del verde nelle aree cittadine.
Le esperienze “green” toccano, poi, tantissimi ambiti del quotidiano. Il Festival propone “green beauty experience” con le più importanti aziende erboristiche italiane della FEI, con prodotti ecosostenibili ed estratti dalle piante: dalle tinture per capelli di Phitofilos, alle creme idratanti per il viso e per il corpo della linea di Erbolario, L’albero di Giada, con i terapisti di Erbamea a disposizione degli ospiti per suggerire i giusti rituali per una perfetta beauty routine, che fa bene non solo a noi, ma anche al pianeta. (Ansa)