“Ho reso possibile il suo ultimo grande sogno: la Traviata all’Arena di Verona”. Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Arena di Verona, che a Franco Zeffirelli deve parte della sua carriera di artista, parla con grande commozione del suo rapporto con il regista, morto oggi a 96 anni, che fino all’ultimo ha lavorato all’allestimento del capolavoro di Giuseppe Verdi con cui il 21 giugno si aprirà l’Opera Festival 2019, accompagnato da un grande omaggio al maestro.
“Mi sento onorata di poter restituire quel grande regalo che lui aveva fatto a me con La Traviata, ma voglio talmente bene a Zeffirelli per quello che ha fatto per me e per il teatro che mi sembra ancora poco” dice all’ANSA la cantante, che nel 1984 fu chiamata da Zeffirelli proprio per il ruolo di Violetta nella Traviata. “Sembra quasi un destino che ci ha unito per tutta la vita e anche nella morte. La Traviata è stata molto importante per tutta la mia vita e carriera. Franco mi ha insegnato i movimenti e a tirare fuori cose che non sapevo di avere. Chi ha lavorato con lui lo ha amato, era un gigante, una specie di mago” spiega la Gasdia con la voce rotta dalla commozione.
“Per me oggi Franco Zeffirelli è passato all’immortalità, anche se fino a poche ore fa era una leggenda vivente. Ha fatto tutta la storia del teatro e del cinema” spiega. E aggiunge: “Franco amava molto i giovani, la mia storia ne è un esempio”. Zeffirelli “mi diceva sempre che avrebbe voluto fare la Traviata a Verona dove aveva realizzato tante opere, da Turandot ad Aida a Madame Butterfly. Gli era rimasto questo desiderio dalla prima volta che venne in Arena. Per Turandot aveva creato un bozzetto anni fa che era rimasto lì. L’anno scorso da sovrintendente dell’Arena gli ho fatto la proposta di rimettere mano a questo lavoro e il suo entusiasmo è andato alle stelle. Ha fatto nuovi bozzetti, ha lavorato ai costumi, alle scenografie. E’ un kolossal hollywoodiano. Voleva essere con noi alle prove e speravamo tutti potesse venire alla prima” dice la Gasdia che l’ultima volta lo ha visto un mese fa.
Poi racconta un aneddoto: “La prima volta che l’ho incontrato avevo 23 anni e mezzo ed ero un po’ cicciottella. Quando ho bussato alla sua porta di casa è venuto lui ad aprire, mi ha guardata a mi ha detto: ‘Chi è lei? Ma non penserà mica di fare la Traviata in queste condizioni?’. Mi sono messa un po’ a dieta e più tardi mi ha detto che stava scherzando. Ci furono quasi due mesi di prove e lui era presente sempre, dalla mattina alla sera. Il mio abito ha finito di decorarlo in scena, con una sarta accanto. Siamo diventati grandi amici. Ho lavorato a tantissime sue opere. Ho passato con lui intere giornate nella villa di Positano e a Roma”. Le prove della Traviata all’Arena sono cominciate circa dieci giorni fa, mentre all’allestimento si lavora da sei mesi. “Eravamo in attesa di veder arrivare Zeffirelli da un momento all’altro per la sua Traviata hollywoodiana e cinematografica in cui ha messo la summa di tutto il suo amore per le numerose edizioni dell’opera che ha realizzato, a cominciare da quella con la Callas” sottolinea la Gasdia.
Per il 21 giugno “prepareremo un grande omaggio, ma non so ancora esattamente come sarà perché vorrei fare la cosa più bella per Franco. Sarà una giornata bellissima, ma di grande dolore. Avremo il presidente della Repubblica alla prima ed è già tutto esaurito. Ci saranno undici repliche e sarà in scena anche nel 2020. Sono certa che questa Traviata rimarrà negli annali della Fondazione per tanti anni” dice la sovrintendente e direttrice artistica. (Ansa)